Giallo di Napoli

Per LE RICETTE DI GIALLO LITARGIRIO: LA SCIENZA DEI PIGMENTI parleremo del giallo di Napoli.

Il giallo di Napoli è un pigmento sintetico, chimicamente un antimoniato di Pb analogo al minerale bindheimite Pb2Sb2O6 (O,OH), (monometrico duro 4.5 denso 6 e frattura concoidale) il minerale naturale non è mai stato utilizzato come pigmento. Il giallo antimoniato di Pb è uno dei pigmenti sintetici più antichi infatti il suo uso come colorante del vetro risale almeno alla XVIII dinastia egizia.

A partire dal XIX secolo altri pigmenti possono essere aggiunti o utilizzati in sostituzione dell’antimoniato di Pb, come il giallo di Cd (CdS).

per la presenza di Pb, scurisce per la formazione di solfuro di Pb se nell’atmosfera è presente H2S. È compatibile con tutti i pigmenti, tranne che con il giallo di Ba in affresco, e con tutti i mezzi, con l’eccezione di quelli contenenti conservanti acidi.

Il Giallo di Napoli si ottiene calcinando tra i 680 e i 1000 ºC Pb e Sb.

Identificazione: FORS, Raman, XRF, FTIR

esempi di utilizzo: Édouard Manet, Music in the Tuileries, 1862; Canaletto, Stonemason’s Yard; Renoir, The Umbrellas.

Fonti
I pigmenti nell’arte, N. Bevilacqua,
La chimica nel restauro, Matteini Moles

Immagine
Édouard Manet, Music in the Tuileries (wiki commons)

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