Per IL LUNEDÌ CI RIMANGO DI SASSO parleremo del fior di pesco.
Il fior di pesco o marmo Calcide è una roccia metamorfica straordinariamente variegata, con colori dal rosso intenso al viola scuro, fino al grigio e al bianco con un fondo che è sempre di colore bianco. Al suo interno le cromie variano spesso bruscamente, seguendo una fitta rete irregolare di vene biancastre.
Dal punto di vista chimico e petrografico è un calcare cataclastico (cioè che ha subito frammentazione e successiva ricementazione), il cui colore violaceo è dato da impurità di ossidi di ferro all’interno della calcite microcristallina. La grana è fine e presenta un tessuto compatto.
L’aspetto fantasioso l’ha resa una pietra molto amata dagli antichi romani, che la usarono soprattutto nella decorazione di lussuose ville private, come dimostrano i ritrovamenti di Leptis Magna o di Ercolano. La cava principale si trova nella Calcide e ha recentemente ripreso l’estrazione dopo diversi secoli, anche se rende un marmo dalle tonalità decisamente meno intense (il nome ora è rosso bisanzio).
Un fatto interessante è che il fior di pesco ed il portasanta sono gli unici marmi con vene bianche utilizzate in antico.
Esempio di utilizzo: colonne nel palazzo Rospigliosi e nel palazzo dei Conservatori.
Fonti:
Marmora romana
Manuale dei marmi romani antichi