Breccia Quintilina

Per IL LUNEDÌ CI RIMANGO DI SASSO parleremo della Breccia Quintilina.

La breccia quintilina oltre ad essere tra le mie pietre preferite, capace di strapparmi un sorriso ogni volta che la vedo e meta di pellegrinaggio mia e di tutte le sciagurate persone che si affidano a me mentre si visita Roma è soprattutto una delle pietre più belle, rare e misteriose utilizzate come pietra ornamentale, fu utilizzata solo intorno al XVI-XVII. Fu ritrovata nella villa attribuita Quintilio Varo dal cosiddetto Cardinal Scimmia (Cardinal Innocenzo) che per via della sua grande sensibilità artistica riconobbe in certe pietre mai messe in opera gran pregio.

Il fondo è formato da zone aventi colore biancastro, grigiastro o violaceo. Esso contiene macchie (clasti) il cui colore varia dal giallo al bruno fino al nero: spesso queste tonalità coesistono nella stessa macchia.

La Breccia quintilina è una roccia sedimentaria clastica. I clasti, mal classati (eterometrici), sono costituiti da rocce metamorfiche basiche (serpentiniti) ed il cemento è prevalentemente carbonatico.

Secondo alcuni studiosi proverrebbe dalle cave del rosso Levanto in Liguria.

Perfino Leone Strozzi ne parlò:

“chi vuol vedere le rade e pellegrine

Care gemme raccolte in una pietra

E quante gemme il ciel largo destine

Miri questa leggiadra e ricca pietra”

E con queste parole che condivido a pieno vi lascio ancora un po’ ad ammirare la sua bellezza ringraziando ancora l’amico della collezione A. Giansanti.

Fonti
Marmora romana
Trattato delle pietre antiche – Faustino Corsi
Isprambiente

Immagine
Collezione A. Giansanti

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